MAAAMMAA, PIPI’ !!

In questo articolo abbiamo voluto affrontare uno dei momenti significativi della crescita di un bambino: quello in cui imparando il controllo sfinterico, comincia l’abituazione al vasino.

I primi tentativi in questo senso,  possono iniziare tra i 18 e i 24 mesi, cioè il momento in cui, generalmente, il bambino inizia a percepire la pipì (la prima che si impara a trattenere)e la popò come qualcosa di cui è responsabile.

Quante volte dalle nostre nonne abbiamo sentito dire che “..il pannolino si toglie a due anni in estate”? allora se è pur vero che tra i 18 e i 24 mesi il bambino comincia a rendersi conto di poter controllare defecazione e minzione, non è detto che chi si occupa del piccolo debba ritardare l’avvicinamento del figlio al vasino per aspettare periodi caldi. Tale credenza si basa sul fatto che un bambino che si bagna con la pipì va cambiato del tutto(talvolta fino alle scarpe..!!) e ovviamente questa cosa può essere scomoda in inverno per ovvie ragioni. Uno dei rischi in cui si può incorrere posticipando questa “evoluzione” , è che questa fase, si allunghi oltre la reale necessità fisiologica del bambino.
Cosa fare quindi?

Se un bambino inizia a presentare la capacità di controllare gli sfinteri, ma fa ancora freddo si può utilizzare un piccolo escamotage che è quello di togliere il body, ed utilizzare dei pannolini a mutandina. Questo fa si che il bambino possa rafforzare la sua autonomia praticando quotidianamente tutte le azioni che lo portano a sedersi sul vasino partendo dal tirare giù i pantaloni e, al contempo che non si raffreddi o non sporchi gli indumenti.
All’arrivo del cldo, è bene, poi, togliere anche il pannolino a mutandina, per far si che il piccolo si renda conto, bagnandosi, di cosa sta accadendo.

Molti genitori domandano quali siano le modalità per l’abituazione. Per questo riportiamo qualche utile spunto di riflessione:

  • Per invogliare il bambino ad usare il vasino mettergliene a disposizione uno colorato o molto appariscente, o a forma di qualche animaletto simpatico;
  • Fissare degli orari, non troppo distanti tra loro (ancora meglio se è proprio il bambino a chiedere di andare a fare pipì), per portare il bambino al bagno e invitarlo a sedersi sul vasino, senza imposizioni;
  • Una volta seduto il bambino deve tenere una posizione corretta: i piedi  a terra, le gambe leggermente divaricate con le ginocchia più alte del sederino;
  • Non fare fretta al bambino, che sta affrontando una cosa nuova e deve quindi abituarsi e comprenderla. Al contrario concedetegli del tempo, magari chiacchierando con lui: approfittate di questo momento per spiegargli di nuovo cosa deve fare quando gli scappa la pipì (chiamare la mamma, andare insieme al bagno, spogliarsi, sedersi sul vasino e aspettare..!), inventatevi una storiella breve dove c’è un  bimbo che deve fare la pipi o la popò, ecc…
  • Lasciare pure che si alzi quando diventa insofferente (ma aspettare sempre almeno 10 minuti);
  • Non rimproverare il bambino se non ha fatto niente, invece gratificatelo in caso riesca a “riempire” il vasino;
  • È molto importante che il piccolo veda ciò che ha prodotto;
  • Non apostrofare pipi o popò con frasi di disgusto, anzi giocateci su, dimostrategli orgoglio per essere riuscito in cotanta impresa;
  • Il vasino va portato anche in altri luoghi, come la domenica dai nonni o dagli zii, poiché si deve considerare che l’ambiente estraneo potrebbe in qualche modo bloccare il bambino.

Un buon alleato in questo momento difficile è il nido.
Uno dei compiti di questa struttura è quello di togliere il pannolino per passare all’abituazione al vasino. Educatore e genitori concordano, pertanto,  quando iniziare e quali modalità attuare.  Concordare “quando” e “come” è importante per una continuità educativa necessaria affinché il bambino non vada in confusione e comprenda che ci si deve liberare con regolarità, nel modo e nei luoghi opportuni, tutto questo senza imposizioni o pressioni.
Infine, mamme e papà, non sentitevi inadeguati se il bambino al nido riesce più velocemente ad entrare nel meccanismo del vasino, questo non significa che ci sia una maggior competenza dell’educatore rispetto al genitore. Ciò che succede è che, in un contesto di coetanei, i bambini sono portati ad apprendere e a riproporre i comportamenti che vedono dagli altri (la routine del bagno è un momento in cui i bambini sono tutti insieme e si osservano, confrontandosi,  mentre tirano giù i pantaloni, le mutandine e si siedono sul vasino, ecc…).

di Michela Merlo, Anna Maria Serio, Angela Di Cola